Solo

“La mia musica deve essere intesa ”al di là” delle note, essa viene basata sul suono e rappresentata da esso. Io non faccio distinzione tra suono e rumore. Quando si dice “rumore” (in opposizione al suono musicale) si opera un rifiuto di ordine psicologico: il rifiuto di tutto ciò che distoglie dal ron-ron, dalla gradevolezza, dal “farsi cullare”. Il mio interesse è prima di tutto per la dinamica della musica, per la sua emozione, per le altezze (frequenze), per le intensità e per i timbri.”

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Xabier iriondo e’ il deus-ex-machina di alcuni dei progetti musicali più avventurosi concepiti negli ultimi 20 anni in Italia.

Chitarrista degli Afterhours nonché manipolatore sonoro di progetti come Tasaday, A Short Apnea ed Uncode Duello, nasce nel quartiere Isola a Milano all’alba degli anni settanta da padre basco e madre italiana.

All’età di 17 anni inizia a suonare la chitarra da autodidatta.

Tra il 1992 ed il 2001 realizza 5 albums con la rock band Afterhours, 3 albums con la indie/rock band Six Minute War Madness e altrettanti con il progetto A Short Apnea. Alla ricca produzione in studio che caratterizza questi fruttuosi anni si accompagna una parallela e fitta attività live.

Nel 2001 lascia gli Afterhours ed inizia ad esplorare le possibilità timbriche e performative offerte da alcuni strumenti autocostruiti e dal loro incontro con musica elettronica, field recordings e strumenti elettroacustici.

Nel 2006 realizza il primo Mahai Metak.

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Dal 2005 al 2010 si sviluppa l’avventurosa esperienza di Soundmetak, un negozio/laboratorio dove per cinque anni tratta strumenti musicali originali e ricercati, ed organizza centinaia di performances di cantautori, musicisti e artisti sperimentali del circuito nazionale ed internazionale.

Nel 2010 rientra in pianta stabile nella formazione del gruppo Afterhours dopo 9 anni di assenza.
Nel 2012 esce “Irrintzi” il suo debutto solista.
Oggi è coinvolto come chitarrista/manipolatore sonoro nei progetti Afterhours, Todo Modo, Buñuel, The Shipwreck Bag Show, Immaginisti.

Ha suonato dal vivo in Europa, USA, Israele e Giappone e collaborato (dal vivo ed in studio) con svariati artisti tra cui: Damo Suzuki, ZU, Rhys Chatham, Peter Brotzmann, Sinistri,Wu Fei, Paolo Tofani, Gianni Gebbia, Steve Piccolo, Carla Bozulich, Walter Prati, Eraldo Bernocchi, Cristiano Calcagnile, Bruno Dorella, Elio Martuscello, Vincenzo Vasi, Stefania Pedretti, Alberto Morelli, Verdena, Simone Massaron, Gak Sato, Franceco Cusa, Gianni Mimmo, Mirko Sabatini, Juan Mordecai, aka_Bondage, Cristina Donà, Matteo Pennese, Stefano Giust, Angelo Contini, Fabrizio Modonese Palumbo, Diego Sapignoli, Olivier Manchion, Claudio Rocchetti, Christian Alati, Andrea Belfi, Madame P, Nicola Ratti, Antonio Gramentieri e tanti altri.

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IL MAHAI METAK

La ricerca sonora iniziata intorno a i primi anni duemila lo spinge a ideare un nuovo strumento capace di soddisfare alcune particolari esigenze timbriche non raggiungibili con la chitarra elettrica.

Nel 2006, dopo la realizzazione di svariati prototipi, realizza il primo Mahai Metak, un cordofono autocostruito a 10 corde e implementato da elementi elettronici, grazie al quale inizia a creare un caleidoscopico metalinguaggio di suoni e sfumature, che sfiorano a tratti il silenzio a tratti il rumore, in cui il gesto creativo ha origine nella costruzione sapiente dello strumento e si protrae nella manipolazione calda delle sue possibilità.

Una sorta di “tavolo da lavoro” su cui il musicista crea i suoi esperimenti facendoci condividere il fascino di gesti che, come rituali, liberano il suono e gli oggetti, anche i più quotidiani, di infiniti richiami e sfumature, suggestioni sonore e visive.

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XIS - XABIER IRIONDO SOLO

La performance live di Xabier Iriondo si snoda intorno alla ricerca e scoperta di un paesaggio sonoro in bilico tra performance e concerto, esempio di come il suono possa essere manipolato, sperimentato e lavorato organicamente.

Il live è caratterizzato dall’utilizzo di strumenti/utensili autocostruiti (e non), e diventa un’esperienza unica, non riconducibile alla dimensione di un concerto tradizionale.

Cuore della performance è il Mahai Metak, che viene percosso, accarezzato, manipolato. Oggetti di tutti i giorni (batticarne,pennelli, biglie di vetro, paglietta da cucina, etc...) diventano utensili per creare sul Mahai Metak tappeti sonori e timbriche inaspettate.
Melodia e rumore vengono stravolte da manipolazioni coraggiose dell’intensità del suono (dinamica) e delle frequenze della musica stessa.
Effettistica e pedali filtrano i suoni e li trasformano.

I gesti e le mani del musicista diventano una guida ammaliante e ipnotica dell’esperienza sonora e performativa. Melodie d’altri tempi e luoghi, evocate dall’utilizzo di grammofoni anni ‘30-’40 e di vecchi vinili a 78 giri, si fondono e scontrano con timbri analogici elettroacustici ed elettronici.

Xabier Iriondo performa nei musei e nelle gallerie, nei clubs, nei teatri e nei centri sociali ricercando lo stesso bisogno: l’idea di “occupare” e sentire uno spazio dinamico con la propria musica.